C.Balotta1, S.Corvasce1, M.Gramegna3, R.Tagliabue3, M.Violin1, B.Argenteri2, G.M.Vigevani2, M.Galli1, M.Moroni1. Istituto di Malattie Infettive e Tropicali – Università di Milano 1a Divisione di Malattie Infettive – Ospedale “L. Sacco”, Milano 3. Laboratorio Ricerca e Sviluppo – Clonit srl, Milano

A CURA DI

La biologia molecolare, ed in particolare la Polymerase Chain Reaction,
sempre più rivela la sua utilità ed importanza non soltanto nel mondo della ricerca, ma anche in quello della diagnostica clinica.
Le applicazioni di queste recenti metodiche spaziano ormai dagli ambiti classici della virologia e della microbiologia a quelli della genetica, della veterinaria e dell’alimentazione.

Un nuovo settore di applicazione, con l’esplosione del caso Antrace, ha riguardato la sicurezza ed il bioterrorismo. Infine, ultimo ambito di applicazione, ma probabilmente uno dei più importanti per quanto riguarda la sicurezza sociale, ha riguardato il mondo intero con l’insorgere della problematica inerente il contagio della SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome).

La SARS è una malattia respiratoria virale che è stata segnalata per la prima volta in Asia nel febbraio 2003. Ai primi di marzo la WHO (World Health Organization) ha lanciato un allarme generale riguardante la diffusione della SARS.


Negli ultimi mesi l’infezione si è allargata a più di due dozzine di stati nel Nord America, Sud America, Europa ed Asia.

Dalla fine di giugno nessun nuovo caso è stato segnalato e l’infezione è considerata attualmente sotto controllo.

I dati forniti dal WHO dicono che 8.098 persone si sono ammalate di SARS durante il periodo dell’infezione, delle quali 774 sono morte.

La malattia solitamente si manifesta con febbre alta (superiore a 38°C) associata a brividi e, spesso, mal di testa oltre a malessere generalizzato. In alcuni casi compaiono subito difficoltà respiratorie.

Dopo 2-7 giorni, i pazienti affetti da SARS possono sviluppare tosse secca
accompagnata da ipossia, in progressivo peggioramento.
Il 10-20 % dei pazienti necessita di respirazione meccanica e, spesso, si manifesta polmonite.

La causa della SARS è un Coronavirus, mai identificato in precedenza, chiamato SARS-Associated Coronavirus (SARSCoV). La via primaria di contagio è determinata dal contatto diretto tra persone.

Si pensa che il virus possa trasmettersi attraverso le microgocce che un portatore produce starnutendo o soffiandosi il naso. Inoltre può dar inizio al contagio il contatto con oggetti o materiali contaminati ed il successivo contatto con la bocca o le mucose nasali.

Infine è possibile che il CoV possa trasmettersi attraverso l’aria o mediante modalità al momento sconosciute.

I Coronavirus sono un gruppo di virus che presentano un alone o una sorta di corona quando osservati al microscopio elettronico. Tali virus sono la causa comune di malattie lievi dell’apparato respiratorio superiore negli uomini e sono associati a malattie respiratorie, gastrointestinali, epatiche e neurologiche negli animali.

Non ci sono ancora sufficienti informazioni per spiegare la gravità della malattia causata dal nuovo virus. I Coronavirus sono stati evidenziati occasionalmente in associazione a polmoniti nell’uomo specialmente in
pazienti immunocompromessi.

In Italia sono stati segnalati solo pochi casi sospetti di SARS. Tra questi un solo paziente è risultato positivo e un ceppo CoV del gruppo 4 è stato identificato ed isolato all’Ospedale Sacco di Milano, uno dei due centri di riferimento nazionali.

I campioni sospetti sono stati analizzati mediante PCR utilizzando un sistema in nested messo a punto nei laboratori dello stesso Ospedale Sacco ed un kit commerciale (Clonit Srl, via Quaranta 57 – Milano –
SARS NAT TEST cod. AMS91).

Un uomo di 36 anni (A.S.) che era stato in Hanoi (Viet Nam) per lavoro è il paziente poi risultato positivo. Un campione di saliva prelevato da A.S. nella fase acuta della malattia è stato diluito in PBS, aliquotato e conservato a –80°C.

Un’aliquota di 0,5 ml è stata estratta per ottenere l’RNA virale con un kit commerciale (QIAamp Viral RNA Mini kit, Qiagen). Per l’amplificazione sono stati impiegati i primers di riferimento pubblicati dal CDC di Atlanta (esterni BNIoutS2 e BNIoutAs, interni BNIinS e BNIinAS) che identificano rispettivamente un frammento di 189 paia di basi (bp) ed uno di 109 bp.

Il kit della Clonit prevede un unico passaggio per la retrotrascrizione e la prima amplificazione grazie ad un sistema brevettato che sfrutta termopolimeri attivati a temperatura controllata.

La presenza del SARS-CoV è stata rivelata sia dal sistema sviluppato dall’Ospedale

Sacco sia dal kit commerciale della Clonit.

La specificità dei frammenti amplificati è stata confermata mediante sequenziamento.
La recente infezione di SARS, che ha avuto un importante impatto sia per la sanità a livello mondiale sia per l’economia con la chiusura di alcune frontiere e le pesanti limitazioni nei trasferimenti aerei e tra paesi,
lascia supporre un nuovo possibile allarme nei prossimi mesi invernali. L’autunno tipicamente vede l’insorgere di numerose patologie respiratorie che possono manifestarsi come banali raffreddori fino a patologie più
importanti e pericolose quali le polmoniti atipiche.

Strettamente correlate alle problematiche inerenti la SARS sono quindi altre patologie respiratorie, tutte identificabili in biologia molecolare, tra le quali Mycoplasma pneumoniae, Chlamydia pneumoniae, Legionella
pneumophila, Citomegalovirus.

In conclusione, la biologia molecolare è di importanza critica per sostenere la diagnosi differenziale delle malattie respiratorie, di SARS-CoV nei casi sospetti, nello studio delle caratteristiche dei nuovi Coronavirus e nel controllo delle epidemie.

La sequenza dei vari ceppi del virus potrà consentire di rintracciare la fonte dell’infezione e realizzare in tempi brevi un vaccino efficace.

Liberamente tratto da: Rivistalasalute.it